Un nuovo cucciolo in famiglia
L’arrivo di un nuovo cucciolo: che emozione! Ma ci vogliono anche tante accortezze.
Un cucciolo è un concentrato di energia spesa nelle direzioni più disparate. Inoltre non ha una comunicazione chiara né intenzioni chiare. E’ normale, è un cucciolo, non sa ancora chi è e come è fatto il mondo e non ha tante competenze. Se l’allevatore è una persona che lavora bene vi arriva un cucciolo con già delle informazioni in più, ma da lì a spenderle bene nel mondo ce ne vuole. Morale: se il cucciolo farà il figlio unico nella vostra famiglia avrete solo l’onere di sistemare la logistica della casa a prova di cucciolo (che vuole conoscere il mondo e come i nostri neonati lo fa con la bocca assaggiando qualsiasi cosa, che usa le energie in eccesso correndo e “spetasciandosi” da qualche parte) e eventualmente gestirvi le sue e le vostre emozioni che saranno generate dalle azioni più o meno disconnesse e veloci di un diavoletto della tasmania in miniatura. Ma se avete altri cani il cucciolo dovrà inserirsi in una serie di relazioni già prefissate. E lì un consiglio da un educatore che vi conosce magari me lo farei dare. Intanto ricordate che nulla deve cambiare nella qualità di attenzioni che avete per i cani di casa e che dovrete aggiungere quelli per il cucciolo. Tutelate sia il cucciolo che gli anziani. Significa rispettare il fatto che un cucciolo risulti pesante per un adulto e quindi non esporlo troppo tempo alla sua energia esplosiva, dandogli uno spazio dedicato dove può stare lontano dal cucciolo se ha bisogno di riposo e di stop. E se vi chiede di andarci, lasciatecelo andare! E contemporaneamente dare al cucciolo uno spazio senza pericoli dove esprimere la sua esplosività e curiosità, come uno spazio a lui dedicato per il sonno (in cui passerà molto tempo, perché un cucciolo deve dormire tanto), lontano da oggetti o spazi preziosi per l’adulto. Direte, ma allora ci vuole una reggia! No, ci vuole solo una riorganizzazione degli spazi (temporanea) fino a che il cucciolo non acquisisca competenze e capacità di seguire le regole di casa e fino a che gli anziani riescano a inserire il nuovo arrivato nel gruppo. Se si lavora bene questa integrazione è veloce. Le nuove dinamiche relazionali invece si possono instaurare più avanti e in quello un occhio dall’educatore che sappia di crescita emozionale e comunicazione canina andrebbe fatto valutare sempre per evitare derive che a noi possono sfuggire.
Da come l’ho descritto sembra che l’inserimento di un cucciolo in una famiglia con già altri cani sia peggiore di quello in una famiglia di soli umani. E invece no, nel senso che se il branco canino è fatto di soggetti competenti questo può essere solo una grande ricchezza per il cucciolo, mentre se il branco è solo umano è difficile che acquisisca velocemente alcune competenze emotive e relazionali utili. Come per gli umani, crescere in una famiglia con nonne e zii e cugini sarà anche complicato e la privacy poco rispettata ma molto molto arricchente. Per l’umano di riferimento invece la difficoltà è semplicemente diversa. In un caso si deve gestire i bisogni di tutti e organizzare spazi tempi e necessità, nell’altro si deve sopperire alla mancanza di una guida canina, a volte difficile da sostituire.