Fitness e cani
Il valore della fitness per un cane (adulto).
Nuovi luoghi, nuove esperienze, vecchie problematiche. Cani giovani, energetici, sia per l’età che per la genealogia, magari presi da cacciatori, persone che con il cane ci lavorano per giorni interi, selezionati proprio per sopportare questi ritmi di lavoro, usando per ore naso zampe vista orecchie, e portati a vivere in casa con l’idea di farli uscire massimo 10 minuti a passeggiata in città o in giardino, magari solo due tre al giorno (adesso in tempo di covid se si ha un giardino non si fa neanche più la passeggiata). Non è vita per un cane… non è come per noi che possiamo andare al cinema leggere guardare la tv lavorare in smart working e qualche strumento in più ce l’abbiamo per sopravvivere alla “clausura” a cui non siamo abituati (e comunque anche per noi l’assenza di fitness e di socialità derivata dall’isolamento che è stato ed è ancora necessario in questi tempi porta a delle non piacevoli conseguenze dal lato psicofisico). Noi come umani patiamo di più la deprivazione di socialità, nonostante medici e nutrizionisti insegnano da anni che un minimo di fitness è salutare e una vita sedentaria non fa bene neanche a noi, mentre per i cani la socialità non ha lo stesso valore. Da adulti tengono solo qualche amico stretto, per il resto non amano molto stare insieme a cani sconosciuti, il loro branco fa centro all’umano di riferimento ed è costituito da pochi esemplari canini (diversa storia è per il cucciolo dove invece il rapporto socialità/fitness si inverte. Ma questo è un altro capitolo cinofilo). Quindi la maggior parte delle necessità si spostano sulla fitness, che acquisisce un valore inestimabile. Non si può togliere DEL TUTTO ai cani il movimento, gli odori e i suoni del bosco, la sensazione dell’acqua sul pelo, la soddisfazione di saltare un tronco o mordicchiare un ramo, di camminare per ore finchè i muscoli non sono un po’ doloranti. Si chiama deprivazione di fitness. Ovvio che di questi tempi non si può fare se non in rare occasioni quando i permessi lo consentono, ma un conto è sapere che questa condizione non è giusta pur se necessaria, un conto è considerarla normale. E no, non si può prendersela con il cane se non sta bene e esprime un disagio a causa di questa deprivazione. Perché ripeto loro non hanno la possibilità di guardarsi un film per dimenticare gli odori del bosco. Senza un equilibrio psicofisico non si può pretendere che si possano sopportare gli stimoli della città, né che si possa imparare qualcosa di cognitivo o qualcosa che gli vogliamo insegnare. Ovvio anche che soddisfare la fitness non è da sola la panacea di tutti i mali e che basta portare in un bosco due ore al giorno il cane per risolvere tutti i problemi. Ma di sicuro se non c’è la giusta fitness per la giusta genetica del cane (ed è questa da valutare) le possibilità di risolvere il resto dei problemi diminuisce sensibilmente. Come sempre l’approccio integrato è quello che mi piace di più, si lavora su più fronti per dare al cane tanti strumenti per vivere bene. Ma per alcuni cani la fitness è geneticamente predeterminata e non si può semplicemente ignorarla.